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COREGONE. OK DELLA REGIONE ALLAMOZIONE DI BOZZA (FI) SUL RIPOPOLAMENTO:“UN CHIARO SEGNALE POLITICO"

Ieri il Consiglio regionale del Veneto ha approvato la mozione del

consigliere regionale Alberto Bozza (Forza Italia) a favore del ripopolamento del

coregone nelle acque del lago di Garda.

Bozza, che da un anno è impegnato su questo fronte sia a livello regionale che con

continue interlocuzioni con il Governo e in particolare il Ministro dell’Ambiente e della

Sicurezza Energetica (MASE) Gilberto Pichetto Fratin, sottolinea come “il sì alla mia

mozione sia un segnale politico netto e chiaro che la Regione dà anche a Roma”.

È infatti il MASE che – in base al lavoro tecnico del nucleo di ricerca e valutazione che

ha istituito nel 2022 e nel rispetto della direttiva europea Habitat del 1992 per la

salvaguardia della fauna e della flora selvatica locale – entro fine anno emanerà un

decreto legge in cui chiarirà finalmente e definitamente quali sono le specie ittiche

autoctone (o para-autoctone) che possono essere immesse nelle acque, superando così il

regime di deroga su richiesta delle Regioni. E secondo Bozza, come è anche spiegato nei

dettagli della sua mozione, ci sono tutte le caratteristiche per considerare il coregone

specie ittica para-autoctona e perciò consentirne il ripopolamento: “Infatti – chiarisce

Bozza – seppur non specie originaria, è a tutti gli effetti patrimonio storico e ittico delle

acque del lago di Garda, in cui vi è da oltre un secolo senza aver mai arrecato danno alla

fauna e alla flora del lago”.  Il consigliere forzista lo ha fatto presente a Pichetto Fratin

nell’incontro che si è tenuto a Roma a febbraio e nelle interlocuzioni telefoniche che ci

sono state successivamente.


“Stiamo con i pescatori del lago di Garda e ci stiamo muovendo politicamente con

l’auspicio che già a dicembre-gennaio si possa tornare a immettere il coregone nelle acque del Garda. Serve attendere il decreto del ministero dell’Ambiente che ci sarà entro

fine anno” auspica Bozza. Il quale spiega in tutta questa vicenda “va mantenuto il focus

sulla tutela della pesca sul lago di Garda e sul complessivo indotto, dalla ristorazione al

turismo, che genera il coregone sull’economia del lago”.



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